
Io, Cassandra sfuggita alle maglie del tempo,
abito il buio, nella luce d'Apollo.
Caduta tra le braccia dell'Erinni.
Nemesi di Sfinge allo specchio
e Genesi di me stessa, oltre il riflesso.
Io Medusa, dallo sguardo di pietra.
Grovigli di serpi i pensieri?
E io ancora, sotto lo stesso cielo,
Psiche, mortale Dea d'amore,
condannata a vagare nell'Ade dall'invidia divina.
Senza Eros ad attendermi, alla fine della prova.
Ora, finalmente Monade, sorrido alle Parche.
E non gemo più, ai morsi crudeli delle Arpie.
Io, Eva, fatta di cielo e sporca di terra.
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