giovedì 21 marzo 2013

Nel tempio degli Dei (inedita 2013© Grazia Longo)


(Foto di ©Fabiana Velo)

Fiore di vetro
trasparenze di vento
in fiati d'avvenire
bellezza struggente
di liquescente luce
in colori di sole
si perde e trafigge
l'anima di sogni
nel tempo che rimane.

Cronos, ecco il vecchio
ch'avanza ingordo e truce
col suo passo claudicante
e falcia, ad uno ad uno, 
i giorni andati.

Ei regge a stento
nelle tremanti mani
il suo taccuino consunto
ove annota numeri su numeri
e conta e li riconta ...
i giorni e poi gl'istanti eterni,
che non ci stanno dentro quei giorni,
senza venirne mai a capo.

Kairos è in volo
quell'indomabile fanciullo
che gioca ancora
e corre col suo ciuffo al vento
sul filo della lama
e ride ...
leggiadro e beffardo
per chi non l'ha acchiappato ... 
al volo!

Mentre Aion sornione
sonnecchia e splende
nel tempio degli Dei.
Per sempre.
(Poesia inedita 2013© Grazia Longo)


La poesia del vento (Inedita 2013© Grazia Longo)



Il mistero della vita
s'intride d'anima
in uno sbocciar convulso
di fiori e cuore.

E' primavera, ancora ...
la poesia del vento
a scrivere nel cielo
una canzone nuova.

2013© Grazia Longo

Restami dentro al cuore (Inedita 2013© Grazia Longo)

Danzami negli occhi
col tuo passo di vento
portami tra le nuvole
a sfiorare il sole
portami dentro agli occhi
ora che non c'è più tempo
per vivere un amore ...
restami dentro al cuore
come una musica divina
nello spartito senza righe
di questa povera vita.
2013© Grazia Longo

Vai, corri nel vento (Inedita 2013© Grazia Longo)

Ti mando una folata
di vento di primavera
effluvi d'avvenire
da portar con te.

Vai, corri nel vento
incontro alla bellezza
mi porterai con te
nel taschino sul cuore
e mentre starai con altri
ti basterà sfiorarlo
per sorridermi da lontano.
 
Ma lontano sarà
una parola senza significato
perché ti sarò dentro
nel luogo non luogo
della bellezza senza tempo.

Vai, corri nel vento,
incontro alla bellezza.

Tra poco dovrò andare pure io
ma io vado in una valle di dolore
a portare il sole.

L'anima del mondo (Inedita 2013© Grazia Longo)


Di fior in fior io vado
anzi volo
e m'è dolce impollinar ogni cuor
col mio fiato e col mio amor.

Danzo nel vento
e mi faccio aria e canto
mi spengo a sera
come fossi sole
in un urlo sovrumano di luce
sullo stesso mare
che s'accende de' miei colori.

Poi reclino il capo 
al calar del sole
 come un piccolo fiore 
nell'ombra d'una goccia sola
che più non duole.

2013© Grazia Longo

Canto di Primavera (Inedita 2013© Grazia Longo)


Morbide dune di vento
dolci fremiti sulla pelle del mondo
verde linfa d'aria s'espande
nel cielo infinito
ora pascolo di cumuli e nembi
ora prato celeste del sole
poi fontana improvvisa di gocce
mille baci alla terra
che splende di vita
è un canto che scende che sale
che invade
che riempie di sé ogni cosa
di mille profumi s’impregna ogni dove
fiorisce lo sguardo di mille colori
di verde di foglie di fili di fiori
fiorisce l'anima e anche il cuore
in un trionfo di luce e di ombre
di sogni di eros d'amore.

mercoledì 13 marzo 2013

Una bambola di gomma (inedito 2013© Grazia Longo)


2013© Grazia Longo

 L'aveva presa quasi con la forza. Sicuramente in modo subdolo e inevitabile. D'altronde erano sposati. Era un diritto, no?
Una cosa era certa, si trovavano in una condizione in cui lei non poteva rifiutarsi. C'erano i figli, nella stanza accanto, la parete di divisione era sottilissima, in quell'albergo di montagna. E la porta che divideva le due stanze attigue era senza chiave.
I bambini di là erano eccitati, si sentivano vociare allegramente dopo una giornata passata sulle piste da sci, mentre si preparavano per la cena.
Lui consumò in fretta, (lei, non la cena!), senza neanche guardarla negli occhi. Approfittò semplicemente della situazione. Lo fece in un modo più disgustoso del solito. In realtà, si masturbò con il corpo di lei. Né più e né meno di come si fa con una bambola gonfiabile. E altrettanto disgustosamente si staccò da lei. Si rivestì con cura, senza degnarla, neanche dopo, di uno sguardo …
Eppure lei, di una bellezza sconvolgente, in quel momento era sexy da impazzire, con le chiome scomposte e con quella sua nudità vinta ... era disarmante ora, come non mai. La sua bellezza era diventata commovente.
Lui si limitò a dire, col tono melenso di un becchino che fa le condoglianze: “E’ tardi … ci stanno aspettando per la cena, io vado, vedi di sbrigarti e raggiungimi giù al più presto, con i bambini”.
Poi, fischiettando in sordina, si accinse a scendere al piano ristorante, con l'aria di chi aveva semplicemente consumato l'aperitivo in camera.
Lei, si era infilata la vestaglia senza allacciarla. La chiuse, incrociando le braccia come in un abbraccio struggente a se stessa e si tastò il corpo, come se non fosse il suo..
Si sentiva di gomma, completamente anestetizzata. E anche il pavimento sotto i suoi piedi nudi sembrava inconsistente, come se stesse camminando su soffice ovatta.
Solo il suo stomaco sembrava vivo. Una sensazione violenta di nausea, dalle visceri, in un attimo, le corse fino in gola.

Era in uno stato di estraniamento indescrivibile, le sembrava quasi di vedersi dal di fuori, come se stesse assistendo alla scena d’un film.
Improvvisamente senti il sangue martellarle le tempie, un brontolio sordo venire dal profondo dell’anima, un ribollire di lava incandescente, in ogni sua fibra.
Eppure non batté ciglio, non mosse neanche un muscolo. Con il viso immobile, come fosse una maschera di cera, sibilò a denti stretti:  "Questa è l'ultima volta”. 

Poi i suoi splendidi occhi di giada, divennero due fessure e, per la prima volta, lasciarono passare un lampo d'odio.
Lui non badò a nulla, stava già chiudendo la porta alle sue spalle. Non ebbe alcuna esitazione, come se non avesse sentito. Come se lei non avesse parlato. Come se lei nemmeno esistesse.
Tanto una bambola di gomma neanche respira.

Caverne e catene ©(inedita)


Ombre in chiaroscuro
caverne e catene
schiavi di verità irrisolte
in block notes usa e getta
fogli abortiti sul nascere
nell’aere contaminata
di tuttologia imperante.

Uno, cento, mille Narcisi
che s’annegano nella magia
d’un riflesso scintillante
di solitudine mortale.
2013© Grazia Longo