sabato 20 gennaio 2018

L'amore è un'altra cosa

Appunti appesi nel vuoto

Il suo fallimento era tutto lì, dietro quella porta chiusa alle sue spalle, quando dopo il suo lavoro, così delicato, così speciale, rientrava in casa.
Fuori lei era ben altro. Era una donna e una professionista in gamba. Poi arrivava tra quelle quattro mura, ove l'accoglieva il gelo della sciatteria, il veleno dell'indifferenza, la supponenza nemica di un essere senza alcuna sensibilità. Un essere incapace perfino di stendere una mano e ricevere un dono.
Il suo fallimento era lì, in quegli occhi che invece di accogliere i suoi occhi, li sfuggivano. Era in ogni suo gesto che esprimeva rifiuto, anche in quel bacio automatico e assente che esprimeva un annichilente silenzio affettivo e che lei aveva finito per rifiutare. Faceva troppo male, quel bacio apparente, molto più di uno schiaffo.
La finzione di "esserci" è peggio di esserci nel modo sbagliato.
Già fermare la macchina sotto casa era per lei un retrocedere repentino ad epoche ancestrali. Si sentiva rimpicciolire mano a mano che saliva le scale, fino a scomparire, non appena varcava la soglia di casa e sentiva le pareti che le si appiccicavano addosso.
Trovava la morte del sé, dietro quella porta ad aspettarla, puntuale, ogni volta sempre uguale e ogni volta diversa, in quelle mille inutili bugie che distrattamente, l'accoglievano e le spegnevano il sorriso e la voglia di vivere.
Il suo fallimento era tutto lì, in in un inutile stupido, misero amore, quello a cui aveva sacrificato il suo cuore, la sua intelligenza, la sua carriera ... e la ... vita intera.

by © Grazia Longo

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