S'impiglia, la nebbia,
come fiato d'inverno,
tra le trine dei rami
di filiformi giganti,
tesi, in uno spasmo,
verso il cielo assente,
stretti gli uni agli altri,
nudi d'attesa,
impudici e osceni
avidi di luce,
quasi sospesi,
staccati dal suolo,
immobili e fluttuanti,
al tempo stesso,
riempiono il vuoto
come pensieri
che non diventano verbo
come desideri
che vivono e muoiono
nel sogno,
nell'aria che ristagna,
s'appiccica sulla pelle
e non si stacca,
sfumano nell'oltre,
e l'aria stessa, diventa
caldo alito di terra
e materico, denso
muro per l'altrove.
Copyright© Grazia Longo
"Voglio che tu tremi, leggendomi, come tremo io, scrivendomi ..." Copyright©2011 Grazia Longo (Opere pubblicate ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni.La riproduzione, anche parziale, è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge. Qualsiasi opera dell’ingegno è tutelata da Licenza CC, con esclusione di riproduzione senza corretta attribuzione.) Buona lettura! Grazia Longo
venerdì 2 marzo 2018
Anima sospesa
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