Un turbinar di foglie e fiori
e scarmigliate chiome danzanti
in flessuosi inchini al vento.
Di nuovo spari, a lacerare
l'aria implume del mattino.
Spari e ancora spari,
a ferire il mio silenzio alato.
L'acre odore di polvere pirica
a sporcare la fragranza dei miei fiori.
Scorre ancora, il rutilante sangue
d'una vendemmia andata male.
È diventato pessimo aceto
il mosto che non è mai stato vino.
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