Di te amai, come solo
una madre può amare,
quel bimbo ucciso in culla
dal mostro che ti abita.
T'amai fino a morirne.
Per te attraversai l'inferno
con l'anima tra i denti.
E lì trovai
la bimba che son stata,
accovacciata,
abbracciava le sue gambe
col capo chino e le ginocchia
genuflesse al petto.
Rinassi dal suo sguardo
dal basso in su
che mi travolse.
Aveva la forza prepotente
d'un tenero virgulto
che buca l'asfalto.
La forza della vita!
La luce sua mi avvolse,
m'inondò e travolse.
E gorgogliò la fonte oscura
d'incontaminate gocce
di lacrime e d'ambrosia.
Adesso il mio sguardo
t'attraversa da parte a parte
ma io più non ti vedo.
Eppur t'amai,
come nessuna.
13 maggio 2018
© Grazia Longo
Nessun commento:
Posta un commento