Di te amai, come solo
una madre può amare,
quel bimbo ucciso in culla
dal mostro che ti abita.
T'amai fino a morirne.
Per te attraversai l'inferno
con l'anima tra i denti.
E lì trovai
la bimba che son stata, accovacciata,
abbracciava le sue gambe
col capo chino e le ginocchia genuflesse al petto.
Rinassi dal suo sguardo
-dal basso in su-
che mi travolse.
Aveva la forza prepotente
d'un tenero virgulto
che buca l'asfalto.
La forza della vita!
La luce sua mi avvolse,
m'inondò e travolse.
E gorgogliò la fonte oscura
d'incontaminate gocce
di lacrime e d'ambrosia.
Adesso il mio sguardo t'attraversa
-da parte a parte-
ma io più non ti vedo.
Eppur t'amai,
come nessuna.
© Grazia Longo
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