sabato 5 marzo 2011

Haiku: l'essenza


Copyright©2011Foto Grazia Longo

♥ Haiku (Spiritualità)

Per la sua provenienza dalla filosofia Zen, per il suo legame con i luoghi dove nasce il sole e con le stagioni, per le sue regole, per il suo essere piccolo, per la sua essenzialità, per i suoi stessi contenuti, l’haiku spalanca la mente alla “spiritualità”.

La Kessha giapponese, è un circolo dove gli scrittori di haiku si confrontano seguiti da un maestro. Quando negli haiku emergono il Sabi, il Wabi, l’Aware, lo Yughen, essi comprendono quanto è grande l’universo e quanto siano piccoli gli uomini.
Un’ atmosfera di compassione, di immota nostalgia, di malinconia indefinibile li avvolge, mentre magari sui vetri, scivola la pioggia, splende il sole, o cade la neve.

♥ Stato d’animo SABI
Riconoscimento del grande silenzio, della solitudine, del distacco. I giapponesi definiscono l’haiku “la letteratura delle riunioni e dello spirito solitario”.

♥ Stato d’animo WABI
Riconoscimento dell’inatteso che risveglia l’attenzione. Il mondo è colmo di cose nuove ed ogni momento è una sorpresa e una meraviglia. Ritrovando lo stato d’animo WABI codificato nell’haiku, le esperienze si universalizzano. Questo “riconoscimento” arricchisce di consapevolezza e di compassione.

♥ Stato d’animo AWARE
Riconoscimento della transitorietà, della caducità delle cose.
La consapevolezza che il tempo trascorre inesorabilmente, che si vive e si muore, che siamo effimeri rispetto all’universo, fa meglio comprendere il valore della comunione, della solidarietà, del percorre insieme agli altri il nostro cammino verso la fine. La pratica dell’haiku affina l’atteggiamento mentale della comprensione di tutte le vite e allenta l’angoscia, perché la conoscenza del mondo diventa più profonda e veritiera.

♥ Stato d’animo YUGHEN
Riconoscimento del mistero, della bellezza indecifrabile che avvolge anche le più piccole cose, è l’energia del mondo che palpita ovunque, è la meraviglia, lo splendore delle cose, è la sensazione dell’universale, della magia, della complessità della vita. È un po’ come il “Wakan-Tanka” (Grande Mistero)” degli Indiani d’America, presente in ogni cosa. Lo scrittore d’haiku ha la percezione di questo mistero. L’haiku lo aiuta a restare in questa percezione, a non perdere la sua capacità di meravigliarsi e di riconoscere la bellezza che lo circonda.

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